Giugiaro: dall’ automotive all’architettura, quando lo stile è al servizio della realtà
Intervista con Fabrizio Giugiaro simbolo, insieme con il padre Giorgetto Giugiaro, di una creatività italiana che si rinnova nel rispetto del passato.
Arte come quella che nella famiglia Giugiaro si respira da sempre: dagli avi Luigi e Paolo al nonno Mario, che si nutrivano di musica e di pittura. La matita magica di Giorgetto Giugiaro, car designer del secolo, in una sessantina d’anni sul campo ha partorito innumerevoli modelli di automobili che hanno fatto la storia. Suo figlio Fabrizio, classe 65, architetto e designer di chiara fama internazionale, vanta un talento pionieristico che già all’inizio degli anni Novanta aveva compreso l’importanza di traslare l’abilità del disegno a matita verso l’efficacia dei sistemi informatici. “Tra me e mio padre non c’è mai stato passaggio generazionale - spiega Fabrizio Giugiaro - Abbiamo semplicemente mixato le nostre esperienze. Io più tecnico di lui? Forse. Tendiamo a dividerci in progetti diversi, ma la consulenza è reciproca: la nostra è sempre una contaminazione di stili”.
Afflato, immaginazione, idea sono nulla, però, senza una filosofia progettuale permeata dal rigore della matematica. “La realizzazione è matematica - sottolinea infatti - E non potrebbe essere altrimenti: dalla prima auto in poi, è il metodo ingegneristico a governare infallibilmente ogni nostra creazione”.
Oggi il brand Giugiaro è declinato in tre aziende specializzate, tutte sotto la guida di Fabrizio Giugiaro: Gfg Style, concentrata sullo sviluppo di progetti nel settore automotive e mobilità; Giugiaro Architettura, dedicata all’architettura e al design a 360 gradi; Gfg Rail, impegnata esclusivamente nei servizi di progettazione nel settore del materiale rotabile.
Il trait d’union? Creare il nuovo ma senza dimenticare il passato soprattutto in Italia, mentre all’estero ci si mette alla prova con i concept. Da qui l’orgoglio di una specializzazione d’elezione che si estende tra Torino, Milano e Roma. Per esempio, la riqualificazione di location storiche come il palazzo di Italgas in Largo Regio Parco a Torino o il progetto della Stazione di Milano Centrale, “entrambe sedi incredibilmente belle: perché storiche, perché italiane”. Si pensi anche alla sede stessa di Giugiaro Architettura a Moncalieri, “splendida villa di fine Settecento restaurata con la massima delicatezza all’esterno, all’interno spazi idonei alle nuove necessità, straordinari pavimenti che durano da 200 anni, muri spessi, soffitti alti e… senza aria condizionata. I nostri nonni avevano capito come fare: c’è da pensarci”, dice. Quindi un progetto sfidante, in equilibrio tra natura e modernità: Atrium, nato come struttura temporanea per i Giochi Olimpici del 2006 a Torino e ancor oggi perfettamente integrato nell’ambiente, con i suoi archi in legno lamellare, vetro e acciaio, una sorta di ponte sospeso circondato da alberi secolari.
“Sia nel disegno industriale sia nell’architettura presentiamo proposte fattibili, realistiche, prive di enfasi e di spettacolarizzazione di forme che, poi, non potremmo realizzare”: questa l’essenza del successo di quello stile spettacolare, replicato in milioni di esemplari in tutto il mondo. “Noi non parliamo molto, facciamo molto. D’altro canto, la creatività è la capacità di risolvere un problema dandogli un’estetica”, conclude Fabrizio Giugiaro.
MOBILITÀ: SOSTENIBILE SÌ, MA QUANDO?
Tornando al mondo dell’auto, è evidente quanto nei decenni siano cambiati i dettami del mercato e quanto, oggi più che mai, siano forti i segnali a favore di una mobilità green, fuori e dentro le città. “Difficile esprimere un parere per chi crea un’estetica - commenta Fabrizio Giugiaro - noi dipendiamo dai clienti, che ci chiedono di rispondere a determinati target. Quel che è certo è che, se cerchi le prestazioni, non c’è super car che possa battere una pari grado elettrica. Ma per quanto riguarda la mobilità generica sono convinto che l’elettrico puro, soprattutto in Europa, non possa essere la soluzione dominante e che si debba pervenire a un mix intelligente. Temo che gli attuali obiettivi dell’agenda europea siano troppo stringenti. Da una parte, non dimentichiamo che siamo nell’era del bisogno di energia: il rischio attuale è solo di cambiare fornitore da cui dipendere. Dall’altra, per un approccio concretamente green si deve studiare un sistema che sia sostenibile nella sua globalità”.
MONCALIERI (TO)
Tel +39 011 6203339
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