Il futuro delle bonifiche passa dalla ricerca
Il professore di diritto ambientale, Enrico Napoletano: “La sostenibilità non dovrebbe essere un freno a mano della competitività industriale ma un acceleratore”
La sostenibilità è un concetto spesso complesso da declinare in ambito industriale, che dovrebbe essere come un abito su misura, cucito sulle esigenze delle aziende. Il suo scopo, infatti, non è rallentare la produttività e le logiche del business bensì migliorarle. Non dovrebbe essere un freno a mano della competitività industriale ma un acceleratore”. A parlare è Enrico Napoletano, professore di diritto ambientale all’Università Tor Vergata di Roma, e di Diritto Penale alla Scuola di Specializzazione per le professioni legali dell’Università di Perugia, che l’estate scorsa ha pubblicato con Pacini Giuridica Editori, la seconda edizione del suo libro “I reati nella gestione dei ri?uti e della boni?ca dei siti inquinati”.
“Dai nuovi materiali ?no agli approvvigionamenti il margine di una gestione più sostenibile in tutti i suoi comparti va di pari passo con la compliance. Basti pensare alle certi?cazioni Iso, che in qualche modo sono coperte dal cappello dei parametri Esg. Parametri e certi?cazioni che non sono solo indicatori di qualità ma fanno in modo che le aziende abbiano punteggi migliori, in caso di gare di appalti e più in generale nei rapporti con gli stakeholder”. E se ormai è quasi all’ordine del giorno parlare di taglio delle emissioni per produzione e logistica e di scelta di nuove materie prime più green, resta il grande nodo delle boni?che dei siti industriali contaminati.
“Il futuro delle boni?che - continua Napoletano - passa dalla ricerca e dall’uso di nuove tecnologie. Il problema vero è come gestire gli obiettivi di sostenibilità con quelli economici. In questo caso di certo si inseriscono i rapporti pubblico-privati che da un canto devono funzionare ma d’altro canto il privato non è spinto a fare tantissima ricerca perché va incontro a costi molto elevati”.
Ma, come speci?ca Napoletano, è vero che in caso di boni?che è l’innovazione che può fare la di?erenza. “Ci sono tantissime tecnologie disponibili. Ad esempio, quelle in situ che evitano di muovere il materiale inquinante ed e?ettuano le boni?che grazie al trattamento del sottosuolo con evidente riduzione dell’impatto ambientale”, aggiunge Renato Baciocchi, professore ordinario di ingegneria sanitario ambientale e direttore del dipartimento di Ingegneria civile e informatica all’Università Tor Vergata, che ha curato la prefazione alla seconda edizione del manuale dell’avvocato Napoletano. “D’altronde è innegabile: questo potenziale è ancora sottoutilizzato - dice Baciocchi - Infatti, questo patrimonio di nuove tecnologie spesso rimane sullo sca?ale per un mix di incertezza per quanto riguarda i risultati e le tempistiche non sempre rapidissime. È necessario, però, fare in modo che i target di boni?ca diventino più ragionevoli, con la consapevolezza che si tratta di una trasformazione in progress e non certo di un problema da risolvere con uno schiocco di dita”. “Il punto vero è - conclude Napoletano - andare a cercare un equilibrio tra sostenibilità e costi per rendere l’attenzione all’ambiente, e in particolare le boni?che, più accessibili agli imprenditori.