Acqua più pura, anche per i pesci
Un nuovo sistema di purificazione che riguarda gli impianti di acquacoltura, e produce effetti positivi anche in termini di economia circolare
Purificare l’acqua che si utilizza per l’acquacoltura, soprattutto se usata in ricircolo, è una necessità comune a tutte le latitudini mediterranee. Il progetto Fish-PhotoCat - che si chiude alla fine del 2024 dopo quattro anni di attività (inizialmente condizionate dal Covid) - parte proprio da questo obiettivo: nato da una collaborazione dei ricercatori Chiarello, Di Giancamillo e Costa dell’Università di Milano (capofila) e Bertotto e Radaelli dell’Università di Padova, a cui si sono aggiunti partner nordafricani (da Egitto e Tunisia), ha realizzato un prototipo di sistema di filtrazione basato sulla fotocatalisi, già noto in generale ma mai applicato a questo settore.
I risultati, seppure ancora da valutare completamente, sembrano decisamente positivi. “Abbiamo valutato gli effetti di questo nuovo sistema sui pesci - spiega la professoressa Daniela Bertotto dell’Università di Padova - scegliendo una specie di acqua dolce, la trota, allevata in Italia nelle vasche dell’istituto Spallanzani di Cremona, e una marina (inizialmente l’orata, poi il branzino), seguita dai colleghi africani. E potremmo dire che il prototipo è pronto per essere poi replicato su vasta scala”.
Il processo di fotocatalisi sperimentato dal progetto - un sistema di ossidazione avanzata, che crea reazioni di mineralizzazione - produce effetti interessanti a diversi livelli. “Abbiamo applicato questa tecnica ai sistemi di acquacoltura perché utilizzavano già lampade ultraviolette, e non c’era bisogno di costi ulteriori - sottolinea il professor Gianluca Chiarello dell’Università di Milano, coordinatore scientifico di Fish-PhotoCat - Il nostro sistema unisce l’azione della luce con una differenza di potenziale. I risultati ci dicono che il sistema applicato all’acquacoltura è biocompatibile. Ciò significa che la sperimentazione ha dato esiti positivi sia per la salute dei pesci che per qualità dell’acqua: è una soluzione interessante anche in termini di economia circolare”.
“Il prototipo abbatte i composti azotati, che sono tossici per la fauna ittica e più in generale anche per l’ambiente - le fa eco Bertotto - Quindi in prospettiva è una soluzione purificante, che migliora le produzioni e abbassa anche i costi del sistema attuale”.