Catalisi con i metalli non-nobili

Nei prodotti della chimica fine, con limitati volumi di produzione ed elevato valore aggiunto (farmaceutici, cosmetici, fitofarmaci ecc.), è frequente l’utilizzo di reazioni di cross-coupling, che consentono di “assemblare” in modo efficiente diversi frammenti molecolari. Queste reazioni, che valsero a Heck, Negishi e Suzuki il premio Nobel 2010, sfruttano catalizzatori a base di metalli nobili come il palladio, che purtroppo sono limitati come quantità, costosi e oggi anche fluttuanti dal punto di vista economico per ragioni geopolitiche. Per questo motivo, negli ultimi anni il mondo della ricerca ha profuso sempre crescenti sforzi per rimpiazzare i metalli nobili con i cosiddetti “base metal” (manganese, ferro, cobalto, nichel, rame): meno costosi e più abbondanti, ma anche più difficilmente “addomesticabili” per l’uso in catalisi. Il progetto “NextBase”, una Doctoral Network “Marie Sk?odowska Curie” coordinata dal Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Milano, si propone di raccogliere questa sfida scientifica densa di ricadute socio-economiche. L’obiettivo principale è la crescita di giovani dottorandi e dottorande: “NextBase ne contempla sei - racconta il professor Luca Pignataro, responsabile del progetto - che lavoreranno in Paesi diversi per ottemperare alla mobility rule tipica dei progetti Ce”. A fine progetto se ne saprà di più sulla formazione di legami chimici promossa da metalli non-nobili ma soprattutto ci saranno nuovi scienziati e scienziate con esperienza internazionale e intersettoriale derivante da continui interscambi su scala europea.