Come velocizzare l’utilizzo dei dati satellitari
La soluzione a cui si sta lavorando prevede di processarli direttamente a bordo. Il progetto è coordinato dall’ingegner Riccardo Freddi per conto di Ohb Italia
La mole dei dati satellitari che giungono quotidianamente sulla terra è enorme: ma sono informazioni grezze, e occorrono spesso tempi lunghi per poterle elaborare adeguatamente da parte di un operatore - o di un sistema di software - prima che possano essere utilmente trasmesse agli utenti finali. Per cercare di restringere i tempi, eliminando il “collo di bottiglia” che si crea con l’arrivo dei dati a terra, il progetto S4Pro (una capitalizzazione di precedenti H2020 su temi analoghi) sta studiando una soluzione per elaborare i dati già a bordo del satellite, prima che vengano inviati a terra. “In effetti, già oggi i satelliti hanno una certa capacità di calcolo, anche se non eccessiva: una volta acquisiti, i dati vengono lavorati a bordo, analizzati in maniera più o meno semplificata, trasformati in un prodotto e trasmessi a terra. Sono dati piccoli, ma già trasmettibili all’utente finale nel giro di pochi minuti. Noi dobbiamo ottimizzare questo processo”. Parole dell’ingegner Riccardo Freddi, che coordina il progetto per conto di Ohb Italia. E che sottolinea un altro vantaggio che potrebbe arrivare da S4Pro: “Gli attuali sistemi di elaborazione di solito acquisiscono dati dal satellite, ma non sono interattivi con il sistema: se l’utente a terra deve comunicare con il satellite, serve un passaggio in più. L’obiettivo è anche favorire questa interattività”. All’interno dell’operatività progettuale, Ohb Italia sta lavorando sulla “ship detection”, l’identificazione di natanti su panorami marini: un’attività che ha molte applicazioni istituzionali (il controllo satellitare dei porti, delle navi mercantili, delle navi costiere). “Quando il satellite rileva e osserva una nave - continua Freddi - è già in grado di determinarne la posizione, la rotta e la velocità di crociera. E, se si riesce a ricevere velocemente l’informazione satellitare, è possibile capire se ci sono difficoltà: per esempio se una nave è alla deriva, si può intervenire tempestivamente”. Più in generale, il tema base è lo sviluppo del data-chain, il sistema hardware che analizza e permette di far operare questi algoritmi. “Noi lavoriamo su algoritmi di tipo ottico, altri partner su algoritmi di tipo radar, oppure sulla parte hardware: l’importante è, partendo dal concetto base, arrivare a implementazioni che permettano di innovare la situazione esistente”.