Dati satellitari e beni culturali: il know-how italiano guida l’Europa
Antonia Pasqua Recchia
Il collegamento fra i dati satellitari e i beni culturali è sempre più stretto. Soprattutto in un Paese come l’Italia, che detiene un patrimonio monumentale e artistico senza uguali. E il ministero per i Beni Culturali è in prima fila in una serie di interventi - nazionali ed europei - che hanno lo scopo di monitorare e valorizzare gli edifici di pregio partendo proprio dall’osservazione satellitare della terra, che pure ha nell’Italia uno dei paesi all’avanguardia. “Il primo aspetto da rimarcare è la presenza del Mibact nella struttura di coordinamento delle politiche spaziali - spiega Antonia Pasqua Recchia, a lungo segretario generale del Ministero, oggi consigliere del ministro - In quest’ambito, noi siamo degli utilizzatori di servizi satellitari: il nostro compito è quello di far emergere i fabbisogni di protezione, segnalando le necessità e le priorità”. Poi c’è un secondo livello di intervento del ministero, che riguarda anche il posizionamento europeo nel settore del monitoraggio dei beni culturali. E l’Italia ha ottenuto il coordinamento continentale di una task force per includere i servizi di monitoraggio specifici dentro Copernicus. “La nostra attività in quest’ambito è molto interessante - continua Recchia - coordiniamo l’interscambio fra tutti i paesi della UE sull’individuazione dei singoli fabbisogni, che sono molto diversi da nazione a nazione, mentre noi abbiamo praticamente tutta la gamma (monumenti, centri urbani, aree interne e via dicendo)”. E a fine marzo Roma ospiterà un evento conclusivo legato proprio a questa attività di coordinamento. Infine, il terzo livello di attività del Mibact collegate ai dati satellitari è quello maggiormente operativo, che riguarda in primo luogo alcune eccellenze monumentali del nostro paese. Vanno in questa direzione il progetto Smart@Pompei, durato diversi anni grazie a una collaborazione con il Cnr (“un esempio virtuoso e brillante di filiera completa, dove utilizzando i dati satellitari integrati con le tecnologie a terra e con i droni, si è capito che si può gestire la sicurezza da ogni punto di vista, sia intesa come safety che come security”); e il recente progetto che mira a implementare il “modello” di Pompei in un circuito di altre situazioni monumentali (che comprende il Colosseo, Ostia Antica, Ercolano e i Campi Flegrei). “All’interno di questa dinamica si inserisce anche il nostro contributo per la space economy, che fa capo al ministero dell’Economia e prevede interventi di sostegno per sviluppare tecnologie e produzioni competitive a livello mondiale - chiude il consigliere del ministro - In sintesi, siamo in un’area di confine fra ricerca, sperimentazione e disponibilità di servizi e sistemi per le applicazioni: e intendiamo esportare ovunque questo nostro know-how”.