Diete sperimentali per allevamenti sostenibili
Un articolato progetto europeo sulla sostenibilità dei prodotti per l’allevamento e l’agricoltura biologici
L’agricoltura e l’allevamento sono ambiti costantemente interessati da cambiamenti volti a una maggiore sostenibilità, in particolare per quanto riguarda gli input utilizzati nei sistemi produttivi.
Fra le più rilevanti ricerche in corso a livello internazionale spicca il progetto H2020 “Organic Plus”: coordinato dall’Università di Coventry, coinvolge 26 partner da 12 Paesi non solo europei, e ha lo scopo di fornire conoscenza scientifica e multidisciplinare a supporto di stakeholder e decision maker del settore agroalimentare biologico, in particolare per quanto riguarda le piante, il suolo e gli animali. Le attività relative alle produzioni biologiche del settore zootecnico sono coordinate dal professor Massimo De Marchi afferente al Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (Dafnae) dell’Università di Padova (dipartimento al primo posto in Italia per qualità? della ricerca nell’Area 7 - Scienze Agrarie e Veterinarie) in collaborazione con il gruppo dell’Università di Parma (Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie) guidato dal professor Federico Righi (che da anni si occupa di ricerca sull’impiego di additivi naturali nel razionamento degli animali in produzione zootecnica).
La ricerca di “Organic Plus” interessa le principali specie di animali da reddito e ha l’obiettivo di individuare strategie per un più efficiente
razionamento e management nel settore biologico.
“Fra le maggiori sfide - racconta De Marchi - vi è quella di individuare strategie per la riduzione dell’utilizzo degli antibiotici”.
Il progetto è giunto a metà cammino, e il lavoro del gruppo italiano è concentrato sulla sperimentazione in campo: la somministrazione di diete sostenibili a bovine da latte, vitelloni e polli e il monitoraggio delle performance produttive, delle condizioni di benessere degli animali e delle caratteristiche organolettiche dei prodotti da essi ottenuti.
Tutto ciò non sarebbe possibile senza la grande collaborazione da parte degli allevatori: “Sono i primi a voler sperimentare. Solo se gli animali sono in salute, le aziende zootecniche sono sostenibili e l’allevatore è felice”.