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Struttura e filosofia del progetto Buildchain

Edifici di tutta Europa, unitevi

Buildchain: un “diario di bordo” digitale permetterà di registrare informazioni coerenti sul patrimonio immobiliare del Vecchio Continente

Un “diario di bordo” degli edifici europei, con modalità e parametri innovativi, che funga da base di conoscenza da cui attingere informazioni e da cui partire per attività future, anche su larga scala. È l’obiettivo di “Buildchain”, un H2020 appena iniziato - si chiuderà a fine 2025 - che raggruppa dodici partner di sei diversi Paesi ed è coordinato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa. L’idea da cui il progetto si sviluppa è quella di utilizzare una soluzione open source basata su blockchain, un grafo di conoscenza decentralizzato nel quale possano essere inserite le informazioni sugli edifici, permettendo agli utenti di immagazzinarle, ritrovarle, modificarle, manipolarle in maniera coerente.

“L’Europa punta a realizzare un progetto digitale ambizioso - sottolinea l’ingegner Pietro Croce, professore di Tecnica delle Costruzioni all’ateneo pisano e responsabile di ‘Buildchain’ - un logbook degli edifici con un approccio multiscala e multilivello, cioè che possa vedere questa serie di informazioni come parte di un sistema integrato, sia su scala territoriale sia su scala più ampia”.

Da un lato, dunque, ci sono le esigenze dei gestori dei singoli edifici e si sta lavorando partendo da importanti edifici “pilota”, come palazzo Poniatowski Guadagni, la sede della Polizia Municipale di Firenze, o la sede del rettorato di Granada, in Spagna. “Sui singoli edifici - continua il coordinatore - il sistema multilivello potrà gestire dati significativi in maniera interattiva e multidisciplinare: ad esempio, per quanto riguarda l’interesse storico, si potrà mappare l’evoluzione nel tempo dei fenomeni del degrado. Ma altri dati potranno riguardare gli aspetti energetici, sismici, strutturali”. Su scala più ampia, poi, i dati inseriti nel longbook potranno servire a livello territoriale, e quindi ulteriormente allargato.

“Dovremo inserire ontologie specifiche relative agli edifici, in modo che si possano tracciare e condividere modelli anche in un’ottica di economia di mercato - chiude il professor Croce - Alla fine, scalando le credenziali di accesso a questi dati, si potranno mettere in sinergia le informazioni che vengono raccolte, perché si fa riferimento a una ontologia comune: una cosa importante anche nella logica dei ‘digital twins’. Peraltro, l’ambizione del progetto non è quella di dare vita a un prodotto finito, bensì di dimostrare che il prodotto funzioni a livello industriale, per poter pensare a ulteriori sviluppi futuri”. 

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