Energia solare grazie al piombo liquido
Con il progetto H2020 Nextower coordinato da Enea, saranno più longevi gli impianti solari termodinamici a torre centrale
Lo sviluppo degli impianti solari termodinamici a torre centrale è stato ostacolato a causa di problemi nei ricevitori solari ceramici di prima generazione, che hanno evidenziato una insufficiente vita utile dovuta a una limitata resistenza ai gradienti termici. L’Unione Europea stimola la ricerca di nuove soluzioni per rendere questi sistemi più duraturi e performanti: l’H2020 “Nextower”, coordinato dall’Enea, è un progetto che punta non solo a individuare nuovi e più resistenti materiali, ma anche a raggiungere la fase industriale. A meno di un anno dalla conclusione (peraltro inevitabilmente ritardata dal Covid), Nextower sta entrando nella fase sperimentale conclusiva, con ottime prospettive di successo. “Abbiamo esaminato il problema con nuovi ricevitori ceramici per la torre solare, prodotti con tecnologie più avanzate e affidabili, in grado di lavorare fino a 1.100 gradi per molti anni” spiega il dottor Antonio Rinaldi dell’Enea, coordinatore del progetto. Per quanto riguarda lo stoccaggio del calore, la tecnologia oggi utilizza sistemi che funzionano a sali fusi, fin a circa 550 gradi. E qui è entrata in campo la radicata esperienza di Enea nel campo del nucleare. “Operando dal nostro centro del Brasimone, abbiamo introdotto in questo settore l’idea di usare il piombo liquido come fluido di trasferimento e di stoccaggio termico, creando una tecnologia di stoccaggio che possa lavorare a oltre 800 gradi: una piccola rivoluzione concettuale, anche grazie allo sviluppo di particolari leghe anticorrosione, di concezione svedese”.
Nextower, insomma, è un progetto ambizioso, anche in termini di tempo fra ideazione e realizzazione. “Siamo passati dall’idea all’ingegneria; dalla realizzazione di materiali in lotti già industriali, testati in condizioni di saldatura e non solo di fonderia, alla costruzione di componenti prototipali complessi; dal certificare le procedure al mettere il sistema in esercizio e infine a testarlo - sottolinea Rinaldi - E alcuni dati potrebbero aprire un filone nuovo: l’utilizzo della tecnologia del piombo liquido in ambito solare e nelle rinnovabili, prima mai neanche ipotizzata. Ma la vera valenza di Nextower è l’approccio metodologico vincente: grazie a una modalità operativa in cui tutti i partner hanno davvero lavorato assieme fin dall’inizio. E ora uno degli obiettivi è anche quello di creare in Italia una filiera di ingegneria e manufacturing altamente specializzata in quest’ambito”.