Ensemble3: la ricerca congiunta per la nanofotonica
Presto in Italia i primi studenti polacchi, in vista di un nuovo Centro all’avanguardia che sorgerà a Varsavia
I primi studenti polacchi stanno cominciando a organizzarsi: per l’avvio del prossimo anno accademico ne arriveranno diversi a Roma, pronti a svolgere un anno di dottorato congiunto (cioè foriero di un titolo valido sia in Italia che in madrepatria) in uno dei settori di ricerca più interessanti in prospettiva futura.
È uno dei primi risultati concreti del progetto “Ensemble3”, un ambizioso H2020 coordinato dal ?ukasiewicz Institute of Microelectronics and Photonics - Department of Chemistry dell’Università di Varsavia: attivo da circa due anni e destinato a durarne altri cinque, il progetto ha come obiettivo base la creazione, nella capitale polacca, di un Centro di ricerca di eccellenza europeo sul tema della nanofotonica.
Grazie a quasi 30 milioni di euro di finanziamento, al coinvolgimento di oltre duecento ricercatori provenienti da ogni parte del mondo, e alla partnership progettuale con diversi partner dell’Europa occidentale, dalla Germania alla Spagna fino all’Italia. “Ensemble3” coinvolge infatti anche il Dipartimento di Scienze di Base e Applicate per l’Ingegneria (Sbai) dell’Università di Roma Sapienza. Stante che il progetto è mirato a creare - nella nuova struttura polacca - materiali all’avanguardia per i più svariati ambiti applicativi (elettronica, medicale, energia, comunicazioni), il compito specifico dello staff capitolino guidato dalla professoressa Concita Sibilia è quello di operare nella caratterizzazione ottica dei materiali.
“In particolare, lavoriamo su meta-materiali definiti eutettici - spiega Sibilia - che sono il frutto della auto-organizzazione di diversi composti chimici e manifestano caratteristiche singolari inedite, come risultato ‘naturale’ del procedimento di miscela”. Un lavoro che il Dipartimento romano sta portando avanti all’interno di uno specifico laboratorio, attrezzato proprio per il progetto: una struttura attrezzata che già accoglie i giovani laureati italiani, e che a partire dal prossimo autunno ospiterà appunto i loro omologhi polacchi, per uno primo scambio internazionale di know-how fra i molti previsti nel prosieguo del progetto.