Green Bond, strumento cruciale per la transizione ecologica
L’analisi finanziaria sottolinea gli aspetti positivi di un mercato ancora giovane ma su cui c’è molta fiducia
Il Green Deal promosso dall’Unione europea ha obiettivi climatici e ambientali molto ambiziosi, che si possono raggiungere solo a seguito di una trasformazione strutturale dell’economia. Questo processo deve per forza tener conto della finanza, lo strumento che consente un’allocazione delle risorse coerente con le politiche economiche. Ecco, dunque, il tema strategico dei green bond: un mercato recente (le prime obbligazioni verdi risalgono al 2007) e ancora “piccolo” in termini percentuali (valgono il 3% delle obbligazioni totali), ma cresciuto in maniera esponenziale negli anni recenti. In questa dinamica, la Ue ha il duplice ruolo di emittente - il 30% dei fondi per il programma Next Generation Eu, circa 250 miliardi, verranno reperiti proprio su mercato dei green bond - e di regolamentatore, visto che a luglio ha proposto regole e procedure a cui gli emittenti possono uniformarsi e che garantiscono un “timbro di credibilità e trasparenza” per gli investitori. In questo contesto opera uno specifico staff del Joint Research Centre - Jrc della Commissione europea, per capire come funziona il mercato dei green bond e di prevederne i possibili rischi: “Un lavoro stimolante e impegnativo, perché è un mercato nuovo di cui si sa poco, nel quale le ricerche che abbiamo svolto in questi ultimi tre anni hanno dato risultati interessanti”, sottolinea la responsabile Serena Fatica, che a novembre ha presentato i risultati della ricerca in un convegno collaterale alla conferenza Cop26 di Glasgow. Ne emergono alcune considerazioni importanti, utili al futuro lavoro dei decisori politici europei. “Abbiamo concentrato l’attenzione sulle imprese emittenti (un centinaio, su scala europea) e rilevato elementi significativi. In primis, dalle analisi svolte si esclude la temuta presenza del cosiddetto ‘greenwashing’: le aziende hanno buone performances dal punto di vista ambientale, non usano i green bond solo come vetrina. Poi c’è un aspetto più propriamente finanziario: nelle emissioni successive alla prima, le imprese scontano un costo del debito inferiore, perché si sono costruite una buona reputazione. L’ultimo elemento riguarda invece i potenziali impatti sulla stabilità dei mercati finanziari: e ci dice che la fiducia in queste obbligazioni è rimasta anche durante il Covid, senza scontare crisi. In pratica, questo significa che chi investe non è esposto a forti oscillazioni di redditività, se investe in maniera sostenibile. Tutti elementi che ci danno una prospettiva sistemica molto positiva: partiremo da qui per studiare altri strumenti finanziari sostenibili che si stanno affermando sul mercato”.