I droni che aiutano le coltivazioni
Machine learning al lavoro, con risultati di altissima precisione, fra la vite e il carciofo
Fra le molteplici, e straordinarie, capacità che hanno ormai acquisito i droni, ci può essere anche quella di aiutare una corretta attività di produzione agricola: andando a fotografare con precisione quasi totale le singole piante o i singoli frutti di una specifica coltivazione, in modo da aiutare chi la segue a gestirla al meglio. È lo scopo di “Comp4Drones”, il progetto dal titolo “Framework of key enabling technologies for safe and autonomous drones’ applications” (Comp4Drones, durata 10/12/2019-09/08/2022) che ha come area geografica di intervento Austria, Belgio, Repubblica Ceca, a Francia, Italia (Sardegna), Lettonia, Olanda e Spagna. Il finanziamento arriva dal programma di ricerca Horizon 2020 e il Consorzio italiano del progetto è formato da otto imprese e quattro università: Abinsula Srl, Aitek Spa, Aitronik Srl, Modis Consulting Srl, RO Technology Srl, Tekne Srl, Topview Srl, Ud’anet Srl, Università degli Studi del Sannio, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Sassari (Coordinamento Unità Operativa italiana). A poco più di un semestre dalla fine del lavoro, gli obiettivi si stanno raggiungendo uno dopo l’altro, anche se saranno fondamentali per la chiusura del progetto i risultati dell’imminente campagna agraria. “Il nostro obiettivo - racconta il professor Filippo Gambella dell’ateneo sardo - era quello di creare un drone che, grazie all’utilizzo di intelligenza artificiale, potesse riconoscere un sistema di coltivazione sia su una coltura arborea sia su una orticola”. Per questo, si sta lavorando su due prodotti specifici: la vite e il carciofo. “Per quanto riguarda la vite, grazie al machine learning riusciamo a riconoscere i grappoli sulla pianta con una percentuale di circa il 90%. Anche sul carciofo abbiamo ottenuto in tempo reale un buon riconoscimento delle piante, fra 88 e 92%. La cosa importante è che il gruppo di lavoro coordinato dalla professoressa Palumbo ha presentato una scheda grafica dove viene implementato il sensore: ora deve essere trasferito sul drone vero e proprio, quindi useremo filmati estratti dal volo del drone”. In parallelo, peraltro, va detto che “Comp4Drones” opera anche grazie a un rover, progettato per muoversi all’interno dei vigneti e compiere le medesime operazioni del drone. “Una seconda parte del lavoro riguarda i dati storici che verranno inseriti nel software - continua Gambella - Un aspetto che rientra nell’ambito generale del progetto, che prevede lo sviluppo di droni per due scopi: in primis per ottenere rilievi che diano informazioni sulle culture, legate alla gestione delle coltivazioni; in secondo luogo, l’aspetto di riconoscimento del prodotto può essere importante per definirne le strategie di gestione, dalla distribuzione di fitofarmaci all’ipotesi di analisi precoce della produzione in campo. Questo ultimo aspetto è più semplice per il carciofo, più complesso per la vite”. A settembre, i risultati di queste ricerche saranno presentati da gruppo di lavoro sardo al Convegno nazionale dell’Associazione di Ingegneria Agraria.