Il Covid è il nuovo obiettivo della ricerca medica
Pierpaolo Sileri
Come potrete leggere nelle pagine seguenti, e come del resto è naturale, la ricerca medico-scientifica degli ultimi mesi si è orientata in molti casi sul Covid. Anche studi o progetti originariamente destinati ad altri scopi si sono spostati, in parte o del tutto, ad analizzare il virus e le modalità per sconfiggerlo.
“In Italia la ricerca è stata molto reattiva fin dalle prime settimane in cui è stato evidente che il virus Sars-CoV-2 aveva iniziato a circolare in alcune zone del Paese - sottolinea l’onorevole Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute - Le istituzioni, sia nazionali sia internazionali, hanno compreso immediatamente quanto fosse cruciale riuscire a fare sistema, incentivando la massima collaborazione e trasparenza dei progetti di ricerca in corso e invitando tutti i soggetti impegnati nelle sperimentazioni cliniche a ‘fare massa critica’ e disegnare grandi studi multicentrici, controllati e randomizzati, per avere evidenze solide e robuste sui possibili trattamenti e vaccini anti Covid”.
Il Ministero della Salute ha dato un forte contributo in tal senso, lanciando i primi giorni di aprile un bando per progetti di ricerca finalizzati all’acquisizione di conoscenza sui problemi, le misure cliniche e di sanità pubblica per contenere la diffusione del virus e destinato agli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) italiani, per un importo di 7 milioni di euro. Dei 91 protocolli presentati, 10 sono stati finanziati: premiando la “traslabilità” della ricerca, ovvero la sua capacità di tradurre la conoscenza in risultati di cura e misure di intervento clinico immediatamente applicative.
E la ricerca continua. “Sono diversi gli studi clinici ancora in corso in Italia - continua Sileri - L’Agenzia Italiana del Farmaco ne ha autorizzati oltre 40 e alcuni di essi sono condotti assieme ad altri Stati per massimizzare quanto possibile la solidità delle evidenze e dei risultati ottenuti, per i quali bisognerà attendere ancora del tempo per avere delle risposte più certe. La scommessa al momento è sugli anticorpi monoclonali, che rappresentano un’alternativa terapeutica promettente.
E ovviamente si ripongono molte attese sul vaccino. L’Agenzia Europea dei Medicinali è al momento impegnata con gli sviluppatori di 39 potenziali vaccini e di 163 possibili trattamenti tra immunomodulatori, antivirali e siero iperimmune. Lasciamo che la ricerca faccia il suo dovere e nel frattempo adottiamo tutti comportamenti virtuosi per contrastare la diffusione del contagio”.
Sperando che il Covid sia presto debellato, la metodologia usata in questi mesi potrà essere comunque uno stimolo anche per il futuro ritorno alla normalità.
“L’esperienza del 2020 deve diventare la base di partenza, il paradigma per affrontare in futuro eventuali nuove emergenze pandemiche con strumenti più rodati e con una risposta più efficace e coordinata a livello internazionale - chiude il viceministro - Non parlo solo delle necessarie contromisure sul piano medico-sanitario, ma di meccanismi di reazione sul piano sociale, su quello economico e anche su quello politico. La normalità è un concetto sfuggente: non dobbiamo semplicemente puntare a un ritorno allo status quo, ma a un progresso rispetto al passato che ci consenta di essere più pronti e più consapevoli di fronte a ogni tipo di emergenza”.