Il grande livello della ricerca neurologica
Angelo Franzini
Fra i molti settori della ricerca medica che vedono l’Italia all’avanguardia nel mondo, rientra sicuramente anche l’ambito delle malattie neurologiche. Uno dei centri di eccellenza al riguardo è l’unità di neurochirurgia della Fondazione Irccs - Istituto Neurologico Carlo Besta, la prestigiosa struttura milanese che annovera tra i fondatori la Regione Lombardia, il ministero della Salute e il Comune di Milano.
Uno dei nomi di punta della Fondazione, a livello operativo, è il professor Angelo Franzini, direttore dell’Unità di Neurochirurgia Funzionale: un luminare della materia, colui che nel 2000 ha effettuato il primo intervento al mondo di neurostimolazione dell’ipotalamo per il trattamento della cefalea a grappolo cronica, fornendo un importante contributo alla interpretazione patogenetica delle cefalee primarie. “La nostra struttura comprende diversi settori di ricerca - esordisce il professore - Nello specifico, il mio team si occupa di chirurgia funzionale, volta a correggere disturbi di funzione, cefalee gravi, funzioni alterate come per esempio il Morbo di Parkinson”. All’Istituto meneghino la ricerca è molto importante, a livello clinico: partendo dai presupposti della ricerca di base, si vanno a verificare gli effetti delle terapie sul paziente. “La mia divisione applica tutto ciò in ricerca clinica, e ha raggiunto obiettivi importanti, tra i primi al mondo: non solo sulla cefalea a grappolo cronica, ma anche su certi tipi di disturbi gravi del movimento, come distonie o come la ancor più rara malattia di Tourette, ancora più rara.
Ultimamente ci stiamo occupando di un’altra malattia rara, l’ipotensione liquorale: per curarla abbiamo sviluppato una teoria e introdotto una terapia specifica”. E il 2020 ha già un “focus” operativo finalizzato alla crescita della ricerca legata agli ultrasuoni. “Sono allo studio metodiche che usano gli ultrasuoni, o i raggi gamma, per correggere disturbi del movimento. La speranza è grazie a queste metodiche si possa dare vita a trattamenti molto meno invasivi rispetto alla manualità del chirurgo”. L’attività del centro milanese - in cui diversi chirurghi, ognuno con la propria specializzazione, collaborano fra loro ma anche con reti molto più allargate, a progetti su scala europea e mondiale - può essere emblematica di molte eccellenze di ricerca medica del nostro paese. “La ricerca italiana è apprezzata a livello mondiale, se ne ha conferma a vari livelli. Credo che sia la conseguenza positiva di molti fattori: dal livello della formazione universitaria, alla validità del personale medico, fino ai criteri di selezione meritocratica del personale stesso nelle cliniche e negli ospedali. Per questo si formano e crescono medici di valore”.