Il nuovo network che crea la sanità del futuro
Sedici progetti innovativi in campo sanitario realizzati grazie alla collaborazione fra soggetti pubblici e privati
La sanità del futuro, con progetti innovativi e strategici, si costruisce anche facendo rete sul territorio: trasferendo le conoscenze maturate dagli enti scientifici all’interno del tessuto produttivo del territorio, e promuovendo una proficua sinergia con piccole e medie imprese, con l’obiettivo di fornire risposte alle esigenze della sanità pubblica grazie a idee lungimiranti. Lo dimostrano gli ottimi risultati ottenuti dal network Life Science Excellence Hub (Lseh), presentati a Roma a fine febbraio: sedici progetti - diversi fra loro ma uniti dall’ambito sanitario - frutto di un lungo e mirato lavoro di fruttuosa collaborazione fra primarie realtà della capitale. Coordinato dall’Università La Sapienza, e co-finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale, il network ha avuto come partner anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto superiore di sanità, l’Istituto italiano di tecnologia, l’Università Campus Bio-Medico. “I 16 progetti presentati - sottolinea la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni - rappresentano quel che avviene quando si mettono insieme una qualità scientifica di altissimo livello, amministratori territoriali sensibili, collaborazioni con organismi di ricerca prestigiosi e partner scientifici e industriali competitivi”. Per fare solo alcuni esempi: le ricerche finalizzate alla realizzazione di dispositivi miniaturizzati per la diagnosi precoce e non invasiva di malattie, lesioni o infezioni; il potenziamento di sistemi innovativi per migliorare l’assistenza di anziani e soggetti fragili; i progetti che lavorano direttamente sull’ambiente domestico (utilizzando sensoristica, domotica, IoT) e quelli per migliorare le terapie antitumorali, nella direzione di una medicina sempre più personalizzata e di precisione. Ancora, sono stati ideati un sistema che registra frequenza cardiaca, respirazione e sudorazione, soprattutto in ambiti lavorativi e sportivi; dispositivi medici basati sull’utilizzo di un biosensore capace di individuare, in pochi minuti, la presenza nei liquidi biologici di antigeni o anticorpi indicativi di malattia infettiva o protezione vaccinale; mentre sul piano della mappatura genetica, uno studio riguarda la realizzazione del primo database Genoma-Microbioma sulla Sindrome di Down.