Imballaggi per alimenti: come renderli Covid free
Una nuova tecnologia basata sul plasma freddo dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna
Gli imballaggi degli alimenti possono essere veicolo di contagio da Covid-19? E, nel caso, è possibile eliminare, o almeno limitare questo rischio? È il tema su cui sta lavorando, con la velocità richiesta da una “fast call” della UE (sei mesi di tempo, da luglio a dicembre) un pool di ricercatori coordinati dal professor Pietro Rocculi del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna. Il progetto Pass (Plasma Assisted Sanitation System) - cui partecipano anche lo staff della Microbiologia dell’Ausl Romagna guidato dal professor Vittorio Sambri del Dimes dell’Università di Bologna, lo spin-off bolognese AlmaPlasma e l’Università svedese di Lund - intende creare un sistema di sanificazione dei materiali per utilizzo alimentare attraverso una tecnologia innovativa che utilizza gas plasma freddo. Utilizzando un prototipo già esistente (fino ad ora applicato per il trattamento diretto degli alimenti), è possibile inattivare il Covid-19 tramite il plasma, ossia un gas ionizzato. “In primo luogo, abbiamo verificato la persistenza nel tempo del virus su diversi materiali di imballaggio - racconta Rocculi - scoprendo che va da pochi giorni ad una settimana. Abbiamo poi testato la nuova tecnologia al plasma sul materiale contaminato in laboratorio dal virus: i risultati, anche se non ancora definitivi, ci dicono che dopo pochi minuti di trattamento, il virus viene inattivato”. Considerando la natura fast del progetto dettata dall’attuale situazione pandemica, il sistema Pass ottimizzato sarà in commercio già da dicembre 2020 - gennaio 2021. “Si tratta di un progetto molto business oriented - continua il professore - L’obiettivo è sviluppare questa tecnologia, nel tempo più rapido possibile, per la sanificazione da Covid-19 della superficie esterna delle confezioni di alimenti e piatti pronti, in particolare se destinati all’utilizzo in alcuni contesti particolarmente critici, quali ricoveri, mense di scuole e reparti ospedalieri”.“A breve dovremo brevettare il sistema e stiamo valutando il suo potenziale di mercato e le strategie di vendita”. In questa prospettiva, stiamo pianificando la realizzazione di una start-up dedicata alla commercializzazione della tecnologia e all’assistenza, una nuova realtà nella quale inserire anche alcuni dei nostri giovani ricercatori”.