L’Italia all’avanguardia nel monitoraggio satellitare dei siti culturali
Dario Franceschini
Le applicazioni concrete della tecnologia spaziale sono ormai infinite. Anche se non sempre ce ne rendiamo conto, probabilmente non c’è campo della nostra vita che non possa avere rapporti - e vantaggi - dalla costante evoluzione degli strumenti e dei sistemi di monitoraggio che orbitano attorno al nostro pianeta. Un settore nel quale l’Italia è fra i paesi all’avanguardia: così, fra gli ambiti che traggono beneficio dal monitoraggio satellitare, è naturale che compaia anche lo straordinario comparto dei beni culturali, indiscutibilmente il più ricco al mondo. Una considerazione che ha fra i primi sostenitori l’onorevole
Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali. “Le possibili applicazioni delle tecnologie spaziali nella tutela dei beni culturali sono tantissime, investono molteplici aspetti e possono risultare strategiche nell’immediato futuro - sottolinea il Ministro - Penso al
monitoraggio dei siti archeologici nelle aree di crisi del pianeta, funzionali agli interventi della comunità internazionale e in particolare dei caschi blu della cultura che stiamo costituendo sia in Europa sia in ambito Onu. Le prove effettive delle distruzioni dei miliziani dell’Isis nel sito di Palmira, per esempio, sono arrivate da immagini satellitari. Altrettanto importanti sono i controlli che possono essere fatti per rilevare scavi clandestini, finora affidati alla fotografia aerea, o per individuare aree archeologiche non ancora scavate o situate in aree interessate dalla possibile realizzazione di infrastrutture, o ancora per controllare lo sviluppo di insediamenti urbani abusivi in prossimità di resti archeologici o all’interno di parchi archeologici. Fondamentale, poi, il monitoraggio dei beni culturali in funzione dei mutamenti climatici, del possibile dissesto idrogeologico, del degrado chimico-ambientale. Queste attività consentono una migliore programmazione della manutenzione dei siti archeologici, permettendo di individuare con maggiore efficacia le priorità di intervento. Interessanti poi le possibili applicazioni alla tutela dei beni archeologici sommersi, che grazie alla costituzione della soprintendenza nazionale di Taranto per il patrimonio subacqueo avrà nuovo slancio”. L’Italia, del resto, è già all’avanguardia europea nell’applicazione pratica del monitoraggio satellitare al patrimonio culturale. Il Parco del Colosseo di Roma ha aperto la strada. “È del tutto naturale che le tecnologie spaziali trovino la prima e più importante applicazione nel nostro Paese - continua Franceschini -
L’intera penisola è costellata degli insediamenti delle decine di civiltà che si sono sviluppate sul nostro territorio e delle loro infrastrutture, a partire dagli acquedotti e dalle vie consolari romane, così come da noi esistono le aree archeologiche più estese del mondo, dal centro di Roma a Pompei, da Paestum alla Valle dei Templi di Agrigento”. “Quello che si sta facendo al Colosseo con il progetto Copernicus è emblematico. Il piano nazionale per realizzare un sistema di monitoraggio del patrimonio archeologico e monumentale attraverso l’analisi satellitare ha un interesse strategico e non a caso è stato esteso a Paestum, Ercolano,
Campi Flegrei e Ostia Antica. L’osservazione dei movimenti del suolo, degli inquinanti in atmosfera, dei cambiamenti climatici permette, insieme alle informazioni raccolte in situ, di definire al meglio le condizioni dei siti archeologici”. L’integrazione fra l’eccellenza dei siti culturali e il grande rilievo della nostra ricerca spaziale, pone
l’Italia all’avanguardia in questo specifico ambito. “Questa è un’altra opportunità per affermare la leadership culturale italiana nel mondo in un settore particolarmente innovativo come quello delle tecnologie spaziali - chiude Franceschini - Non è soltanto un motivo di orgoglio, un vanto da sbandierare: si tratta di capacità di ricerca, di migliore tutela del patrimonio culturale, di sviluppo di nuove tecnologie che possono avere mille altre applicazioni. Tutto questo può portare maggiore conoscenza, sviluppo e benessere per il nostro Paese”.
Prevenzione hi-tech anche a Pompei
Anche Pompei, uno dei siti archeologici più importanti e noti al mondo, è interessata a questa attività di controllo. “Grazie a un’intesa siglata nel 2014 con Leonardo Spa - spiega il ministro Franceschini - gli scavi di Pompei sono dotati di strumenti innovativi per visualizzare i risultati del monitoraggio effettuato tramite la costellazione satellitare Cosmo-SkyMed gestita dall’Agenzia Satellitare Italiana. Insieme alle rilevazioni in loco con reti di sensori wireless, ciò permette di identificare i movimenti lenti di terreni e strutture. Questo consente un migliore controllo della stabilità del sito e del terreno circostante in un’area di circa 10 chilometri quadrati. In questo modo si possono pianificare le azioni necessarie per prevenire crolli e smottamenti nell’area archeologica dovuti al dissesto idrogeologico".