La definizione del grafene
Un progetto europeo ha lo scopo di individuare le linee guida per il materiale rivoluzionario scoperto vent’anni fa
Da quando è stato scoperto (o per meglio dire sintetizzato) esattamente vent’anni fa, il grafene è un materiale sempre più utilizzato, a ogni livello: sia in quanto tale sia per quanto riguarda i suoi derivati, che sono di grande interesse applicativo.
Eppure, proprio perché questo materiale rivoluzionario ha una storia recente, non esistono ancora linee guida standardizzate che ne regolino con precisione caratteristiche, difetti, procedure di caratterizzazione.
Ed è proprio questo lo scopo del progetto europeo “Accords”, coordinato dall’Università di Lubiana, che fra i numerosi partner europei ed extraeuropei ha anche l’Università di Torino - Dipartimento di Chimica. “Il nostro obiettivo - spiega il dottor Francesco Pellegrino, responsabile del progetto per l’ateneo piemontese - è correlare le caratteristiche chimico-fisiche dei materiali a base di grafene, sia da soli sia già inseriti nei prodotti finiti, con aspetti rivolti verso l’interazione con le cellule, la tossicità e quindi il rischio biologico. L’intento è creare una piattaforma che aiuti il mercato a regolamentare la vendita di beni che contengano grafene”.
L’Università di Torino, in particolare, all’interno di “Accords” si occupa di sintetizzare materiali a base di grafene a “morfologia controllata”, ovvero modificando i parametri di sintesi per cercare di giungere a caratteristiche diverse. “È un progetto molto improntato sull’imaging - continua Pellegrino - alla fine dobbiamo capire come la dimensione, i difetti, le caratteristiche chimiche del grafene possano influire sulla tossicità verso l’uomo e l’ambiente”. Lo scopo finale - promosso anche dall’Ocse - è creare linee guida e procedure standardizzate per caratterizzare bene questi materiali: capire quali sono le tecniche migliori per farlo, per poi condividerle con chi dovrà utilizzarli.
Giunto a metà del percorso, il progetto procede secondo le aspettative: “Abbiamo già ottenuto buoni risultati - chiude il ricercatore - usando anche un approccio nuovo che combina disegno sperimentale e analisi chemiometrica. Ciò ci permette di muovere contemporaneamente più parametri di sintesi, con meno spreco di tempo e di reagenti in un contesto rivolto al “Safe & Sustainable by design”.