La filiera perfetta per il recupero dei materiali critici
Un dipartimento universitario, una Pmi innovativa e un’azienda tecnologica lavorano assieme per soluzioni all’avanguardia a livello europeo
Una filiera perfetta, completa, in grado di muoversi a 360 gradi nel campo dei processi idro-metallurgici sostenibili per il recupero di Critical Raw Materials (rame, Pgm, cobalto etc.) e valori metallici in genere (oro, argento, stagno etc.) da rifiuti industriali e Raee, con un approccio “Zero Liquid Discharge”. Siamo nel puro campo dell’economia circolare, ed è significativo che la si affronti in team, con una squadra ormai rodata, nella quale il Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e di Economia dell’Università degli Studi dell’Aquila mette le proprie competenze ventennali a livello di ricerca; il suo ex spin-off Smart Waste Engineering (ora Pmi innovativa) collega le attività di R&S dell’Università per trasferire le conoscenze sviluppate al mondo delle imprese; l’azienda brianzola Bfc Sistemi rappresenta il braccio operativo, con il compito di arrivare alla realizzazione di soluzioni tecnologie impiantistiche chiavi in mano.
“Sono tutti processi innovativi brevettati sostenibili e collegabili a logiche di economia circolare - spiegano il professor Francesco Vegliò dell’ateneo abruzzese e Walter Murru di Bfc Sistemi - Considerando la situazione attuale siamo in una fase di crescita: gli impianti che verranno realizzati sono la logica conseguenza dei progetti sviluppati, che nascono da prototipi innovativi. Questo perché andiamo a lavorare in un settore nuovo, legato al recupero di elementi di valore da feedstock di impianti di primo livello che trattano rifiuti industriali, Raee e altri rifiuti del settore automotive”.
Anche se è ancor giovane, la joint venture fra i tre soggetti ha già dato risultati significativi: molti brevetti depositati, collaborazioni importanti in vari Paesi d’Europa, la partecipazione a diversi progetti che si occupano a vario titolo di recupero di materiali. Come “Crusade”, un Horizon Europe che sviluppa tecnologie innovative per rivoluzionare il riciclaggio, estraendo materie prime essenziali dai componenti automobilistici; o il Life SiRcular, che ha come scopo la realizzazione di impianti chimici per il recupero di silicio e argento da feedstock derivanti dal riciclo di pannelli fotovoltaici a fine vita. O, ancora, un progetto in collaborazione con l’azienda norvegese Ka-Rasmussen, che vede lo sviluppo di processi per il recupero di metalli base e preziosi da schede elettroniche con la realizzazione di un impianto pilota idrometallurgico. Senza dimenticare l’impegno sul settore strategico delle terre rare (neodimio, praseodimio, disprosio, terbio, europio): anche in questo caso, il gruppo coordinato dall’Università di Aquila insieme al suo ex spin-off sta seguendo un paio di progetti che riguardano il loro recupero, sempre tramite processi idrometallurgici innovativi.
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