Le fioriture algali nei bacini idropotabili. Il progetto Bloowater di Enea
Valutare e limitarne la presenza, anche con sistemi all’avanguardia, è l’obiettivo di un progetto europeo
Uno dei problemi principali che possono presentarsi all’interno dei bacini idrici che fungono da serbatoi per la risorsa idropotabile di uno specifico territorio, è la presenza ripetuta di fioriture algali, come quelle causate da cianobatteri, che rischiano di creare problemi qualitativi alla risorsa stessa. E, se è vero che già oggi esistono misure di contenimento della contaminazione causata da questi cianobatteri, è anche vero che - utilizzando strumenti all’avanguardia - l’operazione può dare risultati ancora migliori. È proprio questo lo scopo del progetto “BlooWater” (v. nota 1), in via di conclusione: le attività progettuali, avviate ad aprile 2019, si chiudono infatti a giugno 2023.
L’obiettivo principale su cui hanno lavorato i partner di progetto -coordinato dal Laboratorio di Biodiversità e Servizi ecosistemi del Centro Ricerche Casaccia dell’Enea e partecipato anche dal Politecnico delle Marche, oltre che dall’Università svedese di Uppsala e dall’Istituto norvegese di Ricerca sulle Acque - è stato quello di integrare le metodiche esistenti, innovandole con nuove misure efficaci, a basso costo, funzionali a una gestione efficiente dei bacini idrici. Durante il progetto le operazioni di monitoraggio e trattamento delle acque hanno avuto come aree di studio due bacini idrici dell’Italia centrale: Il lago artificiale di Castreccioni, nell’Appennino marchigiano, che è effettivamente una fonte idropotabile per il suo territorio; nonché il lago laziale di Albano, da cui in effetti non viene attinta risorsa idropotabile, ma che presenta comunque condizioni di fioritura algale particolarmente adatte alla verifica dei progressi progettuali. Giunto a pochi mesi dal traguardo, il progetto “ha già dato ottimi risultati rispetto all’individuazione di soluzioni innovative, come l’impianto pilota del sistema di ultrafiltrazione”, sottolinea Maria Sighicelli dell’Enea, coordinatrice di BlooWater. È ancora in fase di validazione l‘attività di monitoraggio, che in parte è stata realizzata attraverso l’uso di droni.
“La fioritura dei primi mesi invernali del 2023 - conclude Sighicelli - è servita per mettere a punto le ultime parti della ricerca e l’analisi spettrale necessaria per controllare l’evolversi delle fioriture. L’obiettivo finale, naturalmente, è quello di poter dare vita a un sistema applicabile a bacini di ogni dimensione e latitudine”.