Materiali performanti per l’automotive europea
C’è anche un pool italiano nella ricerca su metalli più sicuri per il settore manifatturiero
I materiali metallici di ultima generazione vengono “deformati” dalle industrie manifatturiere per vari utilizzi. Uno dei più importanti è quello legato all’automotive, nel quale l’uso di materiali più leggeri e resistenti può portare a diversi obiettivi: un’auto più performante e più sicura per chi la guida, ma anche un minor scarto di produzione (e quindi meno inquinamento) per il settore industriale nel suo complesso. Sono questi gli obiettivi principali di “FormPlanet” (formplanet.eu), un ambizioso H2020 giunto a metà cammino, che ha un doppio scopo: non solo quello di migliorare le tecnologie di stampaggio dei materiali metallici, agendo in via preventiva sui difetti, per ottenere soluzioni più valide; ma anche (cosa davvero inedita) quello di dare vita, a progetto finito, a un’organizzazione europea che fornisca servizi all’industria manifatturiera del Vecchio Continente. All’interno di FormPlanet, che è a coordinamento spagnolo, è presente una significativa partnership italiana composta dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa (professor R. Valentini, professor B. Monelli, dottoressa R. Ishak - dici.unipi.it), da uno spin-off dello stesso ateneo, Letomec Srl (dottoressa P. Bonfanti - letomec.com), e nientemeno che dal Centro Ricerche Fiat (CRF), di Fiat Chrysler Automobiles (ingegner M. Tedesco - www.crf.it). “Noi ci stiamo concentrando su uno dei temi più importanti del progetto - spiega il professor Renzo Valentini, responsabile del progetto per l’ateneo pisano - Lavoriamo su particolari materiali in acciaio denominati Ahss - Advanced High-Stengh Steel, che sono deputati alla nostra sicurezza in caso di incidente, e formano in pratica la cellula di sopravvivenza dell’autoveicolo: una parte che non si può deformare e deve preservare i viaggiatori da conseguenze gravi”. E l’operato del pool italiano sta dando frutti davvero significativi. “La parte di ricerca procede molto bene - continua Valentini - Con il nostro spin-off abbiamo registrato un brevetto mondiale, Helios, una tecnica innovativa per evitare che questi materiali subiscano fragilità da idrogeno durante la fase di costruzione. E a dicembre partirà anche un progetto normativo dell’Unione Europea, basato proprio sui risultati della nostra ricerca”. Sempre all’interno del progetto, fra l’altro, l’Università di Pisa sta sviluppando un nuovo tipo di test, che permette di vericare la qualità di questi prodotti con un controllo on-line e a bassissimo costo.
L’operato del pool italiano sta dando frutti davvero significativi. “Con il nostro spin-off abbiamo registrato un brevetto mondiale, Helios”