Nuovi ricercatori per il 6G

L’innovazione, nel settore della telefonia mobile, procede senza sosta: con novità costanti, che a volte riguardano veri e propri cambi di paradigma. Se la ricerca sulla quinta generazione di cellulari (il 5G) si può dare ormai per consolidata, con i primi standard definiti nel 2020, è già tempo di lavorare al 6G, con nuove tecnologie wireless. Fra i molteplici studi che approcciano la materia c’è anche “Integrate”, un progetto del programma europeo “Marie-Curie”: quelli cioè che hanno come obiettivo base non solo il core dello sviluppo tecnologico, ma anche la parallela necessità di far crescere giovani ricercatori dal mondo universitario. Coordinato dal Cnit, il progetto coinvolge 14 partner tra aziende, centri di ricerca e università europee, tra i quali anche il Dipartimento di Energia Elettrica e dell’Informazione dell’Università di Cassino: qui sono stati assunti due giovani ricercatori che sono al lavoro sulle novità legate alla rete 6G. “Le reti wireless tipicamente svolgono un singolo compito: alcune sono radar per rilevazioni, altre reti per telefonia mobile - sottolinea il professor Alessio Zappone, coordinatore del progetto, e professore di Telecomunicazioni presso l’ateneo laziale - Noi dovremo fondere le due cose. L’obiettivo è quello di fare, con una sola rete, sia la parte di comunicazione sia quella di sensing. Ciò richiede la risoluzione di molteplici problemi, primo fra tutti il progetto di un nuovo formato del segnale trasmesso, poiché i formati attuali sono concepiti solo o per comunicazioni o per sensing”.