Packaging bio per cibi mediterranei
Materiali realizzati da scarti alimentari, in grado a loro volta di imballare prodotti modulandone anche il microbioma
I materiali a base biologica possono essere studiati per vari scopi. Uno di questi è realizzare imballaggi per il settore agroalimentare: cercando soluzioni particolarmente adatte a modulare il microbioma dei prodotti imballati, in grado di prolungarne efficacemente la durata di conservazione, riducendo così gli sprechi alimentari.
Un puro esempio di economia circolare. È l’originale obiettivo del progetto AgriBioPack, coordinato dall’Università di Salerno e partecipato da atenei di varie nazioni non solo europee (ci sono anche Turchia e Marocco). Del resto, l’area di alimenti su cui il progetto si concentra riguarda prodotti alimentari tipici dell’area mediterranea (vegetali, carne, pesce).
“L’idea da cui siamo partiti - spiega il professor Francesco Donsì del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’università campana - è sviluppare bio-packaging innovativi, basati su materiali naturali recuperati da sottoprodotti dell’industria agroalimentare. Materiali di confezionamento che siano realizzati con biopolimeri facilmente compostabili e degradabili, e contenenti molecole bioattive in grado di garantire la conservazione della vita di scaffale dei prodotti stessi”.
Un progetto ambizioso e condiviso. Fra le prime attività, per esempio, lo studio di un database che possa favorire la conoscenza dei sottoprodotti delle regioni coinvolte, per permettere a tutti gli interessati di accedere e consultarlo e sviluppare idee di business. Oppure il coinvolgimento tramite appositi questionari di numerose aziende agroalimentari, per verificarne la quantità di scarti e sottoprodotti eventualmente utilizzabili.
“Partendo da questi sottoprodotti - continua Donsì - dovremo dare vita a processi di estrazione di ingredienti funzionali compatibili con i sistemi di confezionamento e capaci di influenzare il microbioma degli alimenti imballati”. Finalità ulteriori di AgriBioPack sono la verifica su scala più ampia della replicabilità di queste soluzioni e lo sviluppo di sensori applicati sul packaging per far sì che il consumatore sia consapevole in tempo reale, tramite una scansione con lo smartphone, dello stato di conservazione dell’alimento. Infine, vista la necessità di far conoscere i risultati del progetto, sono previsti vari momenti di dissemination, in Italia, Marocco e Turchia: multiplier events, tavole rotonde, training session.
Condividi su: