Processi integrati per il trattamento delle acque
Rimuovere le sostanze inquinanti agendo a livello chimico, fisico e biologico, con metodologie sostenibili
Realizzare nuovi processi per il trattamento delle acque, sostenibili e a basso costo, integrando l’approccio biologico, chimico e fisico è l’obiettivo dell’H2020 “SusWater”. Coordinato dal dipartimento di Chimica dell’Università di Torino e avviato da circa due anni, si è posto la sfida di sviluppare nuovi materiali partendo da sostanze di scarto - a cominciare dalle bucce della soia - che sfruttino la luce solare avvalendosi di esperienze e competenze interdisciplinari di ben 9 partner europei ed extraeuropei, con la modalità “Marie Curie” che vedrà alla prova decine di giovani dottorandi e borsisti, oltre che professori. “Lavoriamo a un approccio sostenibile e integrato per rimuovere inquinanti da acque contaminate - spiega la professoressa Paola Calza, coordinatrice del progetto - e partiamo da un caso studio particolare, l’acquacoltura, sia per la sua crescente diffusione sia per affrontare le inevitabili sfide che essa pone in termini di sfruttamento delle risorse idriche”. Togliere i possibili contaminanti presenti nelle acque, però, non è facile: “I processi biologici, chimici e fisici che stiamo sviluppando servono proprio per eliminare composti organici come le sostanze odorose, oltre ai metalli. Il passo successivo sarà di verificare l’applicabilità ed efficacia di queste tecnologie direttamente in campo”.