Sostanze tossiche e rischi cardiaci
Una piattaforma innovativa per la valutazione della cardiotossicità
Quanto possono essere dannose per il cuore, sul lungo periodo, alcune sostanze presenti nell’ambiente, siano esse di origine sintetica, piuttosto che naturali? Che tipo di problemi possono dare alla salute, soprattutto per le persone anziane? Capire gli effetti tossici sull’organismo di determinate sostanze è lo scopo di “Alternative”, un progetto H2020 coordinato dal professor Gianluca Ciardelli del Politecnico di Torino, che ha l’obiettivo di sviluppare una piattaforma innovativa per la valutazione della cardiotossicità (in particolare delle sostanze chimiche). La nuova piattaforma consentirà alle autorità di regolamentazione e all’industria di identificare, quantificare e prevenire co-esposizioni cardiotossiche a prodotti chimici e farmaceutici in maniera adeguata e conveniente. “Abbiamo realizzato uno scaffold tridimensionale, che mima sia il tessuto giovane che quello anziano - spiega Federico Vozzi dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, che riveste il ruolo di technical manager del progetto - nonché un bioreattore, sviluppato ad hoc, che fornisce stimoli integrati e diversi. Abbiamo cioè ricreato un tessuto cardiaco che mima la fisiologia del cuore umano: su questo testeremo quattro tipi di sostanze (fra cui farmaci e miscele di inquinanti ambientali) per valutare la risposta del tessuto”. In particolare, il modello tissutale verrà modificato per riprodurre il tessuto miocardico invecchiato e chiarire gli effetti negativi delle sostanze chimiche sulle persone anziane. I campioni, testati a Pisa, verranno poi inviati a un partner spagnolo del progetto (Eurecat) che si occupa di analisi omiche, e quindi forniti ai tre gruppi (Istituto Mario Negri, Eurecat, Università di Utrecht) che eseguono la modellistica. Dopo di che, verranno sviluppati sistemi regolatori che definiscono le linee di azione per effettuare test alternativi. “La cardiotossicità è una caratteristica che normalmente non viene valutata a livello industriale, mentre sarebbe molto utile farlo - prosegue Vozzi - La speranza è che, grazie ai risultati del progetto, magari trovando anche semplici marker su cui effettuare i test, si possa arrivare a ottenere un sistema di facile utilizzo e applicabile in settori, non limitato al solo settore farmaceutico, ma anche a quello industriale”.