Identità e sostenibilità, la forza della comunicazione corporate
Intervista con la professoressa della Sapienza Barbara Mazza: “Per quanto riguarda i social media, spesso le aziende dimenticano che si tratta di uno strumento di conversazione”
Però tra il “fare e il dire” c’è di mezzo proprio la comunicazione. “C’è uno scarto tra la dimensione istituzionale e l’immagine comunicata. Specie sulle piattaforme digitali. La prima è consolidata, ed è una vetrina su cui le aziende si raccontano ormai con una certa attenzione ma a volte si pensa che la comunicazione sia unica e sola. In realtà quando si parla di social network si deve aver presente il mezzo. Il linguaggio da usare e il tipo di interazione con l’utente. Un esempio pratico è quello dei commenti. Sono tante le aziende che dimenticano che i social non sono un megafono in cui il cliente è passivo, ma è uno strumento di conversazione. Conversazioni che, a partire dal dialogo, devono generare attivismo, comportamenti proattivi e conseguenze, la cosiddetta ‘Call to Action’” Attivismo molto in linea con i tanto agognati valori Esg.
Ed ecco che si inserisce il concetto di “sostanza” si potrebbe tradurre con “credibilità”. “Ci vuole un’attenta strategia, che tenga conto delle eventuali reazioni, critiche, lamentele dei potenziali clienti. Fino ad arrivare alla gestione del ‘crisis management’, che va assolutamente affidata a dei professionisti. Anzi, meglio se a un team di professionisti, perché stiamo parlando di un ambito molto più complesso di quel che si immagina ma che spesso si sottovaluta. In definitiva, l’improvvisazione nella comunicazione non fa bene alle aziende. Ci si espone ad alcuni errori grossolani che a volte sono evidenti persino nella stesura di vision e mission, molto simili in aziende dello stesso settore. In realtà, ci vuole coerenza e funzionalità per una comunicazione corporate a misura di impresa”.