Intelligenza artificiale: si muovono anche le Marche
Intervista con il professore dell’Università di Macerata Emanuele Frontoni, punto di riferimento internazionale nella ricerca in ambito Ai e visione artificiale. “Pronti a un ruolo rilevante nel panorama internazionale”.
Ci sono anche le Marche tra le regioni italiane che ha potenzialità significative e diversi progetti nel campo dell’intelligenza artificiale.
La conferma arriva dal professore Emanuele Frontoni, per Stanford Universi? tra i top scienziati maggiormente citati nella comunità scientifica che si occupa di Ai. “La nostra regione può iniziare un percorso per concepirsi anche come base di tante interessanti innovazioni nel mondo dell’AI e sia il sistema delle università, che quello delle medie e grandi imprese è pronto a porsi con un ruolo rilevante nel panorama internazionale con tante storie interessanti in questi ambiti”, dice il docente di Informatica all’Università di Macerata e codirector del Vrai, Vision Robotics & Artificial Intelligence Lab. E non è un caso se, negli ultimi due anni, proprio il ruolo delle Marche sia stato riconosciuto anche attraverso premi importanti a tanti attori e attrici dell’Ai internazionale, che hanno radici in questa regione. Su tutti, l’anconetana Francesca Rossi, oggi a capo dell’Ai Ethics di Ibm a New York e personaggio di rilievo dell’Ai internazionale. Il Vrai, inoltre, è diventato un punto di riferimento riconosciuto a livello internazionale, a confermare l’estrema vitalità di una regione, le Marche, capace di farsi portavoce di avanguardia e tecnologie in un contesto in cui natura e scienza, economia e impresa, turismo e arte convivono in equilibrio pressocché perfetto. Frontoni alza lo sguardo anche oltre i confini regionali: “Il mondo della ricerca italiana sta lavorando intensamente e da noi nascono importantissime esperienze nel mondo dell’Ai e della GenAi applicate alla moda, al design, alla salute dell’uomo, alla sostenibilità in tanti settori di innovazione metodologica - spiega - Il sistema delle università e dei centri di ricerca è presente in maniera importante nel panorama della ricerca internazionale.
Anche la capacità computazionale a nostra disposizione è notevole. Le università hanno potuto attrezzarsi con risorse importanti e non dimentichiamo la presenza di Leonardo al Cineca, uno dei più importanti supercomputer europei”. È anche vero che l’Italia delle Pmi deve ancora affrontare alcune sfide, tra le quali “la necessità di migliorare la quantità e qualità dei dati che gestiscono, ridurre il divario di competenze e promuovere una cultura dell’innovazione”.
I trend principali per i prossimi vanno molto nella direzione di un’Ai etica e sostenibile: “L’explainable Ai enfatizzerà la trasparenza degli algoritmi, rendendoli più comprensibili e interpretabili dagli esseri umani, aumentando quindi la fiducia nei processi di collaborazione uomo-Ai. L’Edge Ai vedrà l’elaborazione dei dati avvenire sempre più vicino alla fonte di raccolta, riducendo la latenza e migliorando l’efficienza”. Inoltre, l’Ai sostenibile diventerà sempre più rilevante, con lo sviluppo di tecnologie che mirano a ridurre l’impatto ambientale e promuovere la sostenibilità nei processi produttivi: “L’Ai collaborativa, che integra l’intelligenza artificiale con la collaborazione umana, sarà fondamentale, con sistemi che supportano e potenziano le capacità della persona”. C’è pero una criticità che non è solo delle Marche: la rapida adozione dell’Ai e delle tecnologie digitali richiede nuove competenze, ma esiste un divario tra le competenze richieste dalle nuove tecnologie e quelle attualmente disponibili nel mercato del lavoro, rendendo essenziale lo sviluppo di programmi di formazione e riqualificazione per colmare questo gap. “Le istituzioni educative devono adattare i loro curricula per includere competenze digitali e di Ai, preparando gli studenti attraverso una ampia base culturale adatta ad affrontare un nuovo mondo di cui conosciamo ben poco - conclude Frontoni - Il gruppo di ricerca cuore del Vrai è una metafora interessante rispetto a questo: oggi lavorano insieme informatici, economisti, filosofi, archivisti digitali, letterati, biomedici e dentro questa interdisciplinarità c’è la principale sfida per il futuro”.
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