Adolfo Urso: lo spazio made in Italy, molte novità e presto una legge
Esplorazione lunare, nuovi satelliti in orbita, trasferimento dati, gestione dei detriti, ricerca di materiali e combustibili di ultima generazione. L’Italia c’è, ed è più che mai in prima linea
È una fase di particolare effervescenza, per la space ecomomy italiana. Molti dei servizi che leggerete nelle prossime pagine ne danno conto: le nostre principali realtà del settore - sia per quanto riguarda il settore industriale sia in relazione al mondo della ricerca universitaria - sono impegnate in prima persona (e molto spesso facendo rete fra loro) nelle sfidanti iniziative in atto su scala italiana, europea e globale. Che si tratti dell’esplorazione lunare, alla vigilia del prossimo sbarco degli astronauti dopo più di mezzo secolo; che si tratti della messa in orbita di nuovi satelliti, sempre più performanti, o del trasferimento dei dati da essi estrapolati a un’utenza ampia e “democratica”; che si tratti del delicato e crescente problema della gestione dei detriti satellitari; o che si tratti della ricerca su materiali e combustibili di nuovissima generazione, ovviamente ispirati ai principi della sostenibilità ambientale. In ognuno di questi ambiti l’Italia c’è, spesso in primissima linea.
A livello centrale, c’è poi una governance nuova che guarda con grande soddisfazione e interesse a questo quadro di grandi prospettive. Da poche settimane, intanto, è stato rinnovato il Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Spaziale Italiana (composto da Giuseppe Basini, Marica Branchesi, Stefano Gualandris, Marco Lisi, Luisa Riccardi ed Elda Turco Bulgherini): lo presiede il professor Teodoro Valente, direttore dell’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali del Consiglio nazionale delle Ricerche, a lungo professore alla Sapienza di Roma. Si prospetta per l’Asi un ruolo maggiormente operativo rispetto alle passate gestioni: un ruolo più snello, da un lato, e anche con un coordinamento più stretto rispetto al passato con la Presidenza del Consiglio, anche per stare maggiormente al passo con il dinamismo che caratterizza questo settore.
“L’Asi, in questa fase, è attesa da un ruolo duplice: utilizzare in maniera efficace e significativa sia gli ingenti finanziamenti assegnatigli come trasferimenti ai programmi dell’Agenzia Spaziale Europea, da un lato; sia, sul fronte interno, quelli messi a disposizione dal Pnrr”. Lo ha dichiarato non a caso - a margine della nomina di Valente - il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, che ha anche la delega in materia di coordinamento delle politiche relative ai programmi spaziali e aerospaziali. Del resto, proprio pochi giorni dopo l’insediamento del Governo, nello scorso novembre, l’Italia ha partecipato alla Ministeriale Esa - l’appuntamento europeo sullo spazio - all’interno del quale è stata confermata la posizione strategica del nostro Paese negli investimenti futuri, anche in termini di finanziamenti, al pari di Francia e Germania. E mentre l’articolato comparto industriale italiano continua a crescere anche a livello di singoli distretti (lo ha confermato, fra gli altri, il convegno svoltosi a metà maggio a Venezia, nel corso del quale è stato anche annunciato il nuovo Business Incubation Center che l’Esa costruirà nei pressi di Vicenza), il ministro Urso ha ribadito più volte che una delle priorità governative è quella di dare vita a una legge nazionale sullo Spazio, che l’Italia - a differenza di altri Paesi Ue - non ha mai avuto. “Contiamo di ovviare a tale lacuna entro gli inizi del prossimo anno - ha detto ancora il ministro - Daremo vita a una legge in sintonia con quel che accade in ambito europeo, anche allo scopo di valorizzare al meglio il nostro settore aerospaziale, che è decisamente strategico per il made in Italy”.