Al vertice europeo della bioeconomia
Emilia-Romagna, settori di eccellenza e investimenti a supporto. Il distretto biomedicale è il più importante in Europa e affianca alle aziende diversi centri di ricerca specializzati
“La bioeconomia è uno dei pilastri fondamentali per il futuro sostenibile della Regione, che si conferma un polo di eccellenza a livello europeo con circa 14.000 imprese coinvolte e 7.000 progetti già avviati”, esordisce Michele De Pascale, eletto presidente dell’Emilia-Romagna nello scorso autunno. “Include settori strategici come l’agricoltura, l’energia green e l’economia circolare, con un forte impatto su vari ambiti, dalla cosmesi alla farmaceutica, fino al packaging sostenibile. Tra i progetti di punta, spiccano le iniziative legate al biometano e alla valorizzazione delle risorse marine, che mirano a produrre energie sostenibili”.
In particolare, il settore di eccellenza è quello delle biotecnologie mediche: il territorio regionale conta 525 imprese di tecnologia medica (con 10.300 dipendenti), 19 aziende biotecnologiche, 16 farmaceutiche e oltre 100 start-up attive nel campo delle scienze della vita. “In particolare, il distretto di Mirandola - continua De Pascale - con le sue oltre 300 aziende specializzate nella produzione di dispositivi medici e apparecchiature terapeutiche, è riconosciuto come il più importante in Europa e il terzo nel mondoW. Ad affiancare l’industria, sul fronte della clinica e della ricerca operano 48 ospedali pubblici, di cui cinque Irccs, oltre a tre centri di terapia cellulare e staminale e ai tecnopoli di Ozzano e di Mirandola, senza dimenticare i 26 laboratori della Rete Alta Tecnologia con ricerca applicata nel settore. Tutti ambiti implementati e supportati in maniera convinta anche dalla Regione: che qualche mese fa ha stanziato 61,5 milioni provenienti dal Por Fers per tecnologie digitali (22,5), tecnologie pulite (15,5), biotecnologie (12,5) e attività di ricerca per le imprese che investono nello sviluppo e nella produzione di tecnologie avanzate (11,5); e che ha appena ricevuto da Bruxelles ulteriori 61,5 milioni in più per il Programma Fse+ grazie agli obiettivi di spesa raggiunti. “Il pieno raggiungimento degli obiettivi previsti ha permesso di sbloccare fondi aggiuntivi, che altrimenti sarebbero rimasti inutilizzati, così come era accaduto lo scorso ottobre con altrettanti 61,5 milioni premianti l’utilizzo dei Fondi Fesr. Un risultato significativo, che premia la solidità della programmazione regionale e l’efficienza nell’impiego dei fondi pubblici. Queste risorse supplementari - chiude il governatore - rafforzeranno investimenti mirati su occupazione, formazione, inclusione e sviluppo delle competenze: asset fondamentali per una crescita equa e competitiva del nostro territorio”.