L’Italia al centro dello spazio
ltre cent’anni fa nasceva l’Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica: tra i fondatori, Guglielmo Marconi e Umberto Nobile. Oggi associa circa 400 fra scienziati e imprenditori del settore. Il prossimo futuro della ricerca italiana del settore nelle parole del presidente Carrera
Il 2024 sarà un anno cruciale per la visibilità della ricerca italiana nei campi dell’aeronautica e dell’astronautica. Con una coincidenza mai accaduta in passato, nell’arco di un mese il nostro Paese ospiterà prima il congresso dell’ICAS (il Congresso Internazionale delle Scienze Aeronautiche), programmato a Firenze a settembre; per replicare a ottobre a Milano con lo IAC, il Congresso Internazionale dell’Astronautica. Due eventi che richiameranno in Italia una decina di migliaia di addetti ai lavori - accademici, studenti, scienziati, politici, imprenditori - a cui si aggiunge inoltre il più importante congresso internazionale sull’aeroacustica, programmato a Roma per la tarda primavera. Qual è il fil rouge tutti questi eventi di rilievo assoluto? L’attività costante e virtuosa dell’AIDAA, Associazione Italiana di Aeronautica e Astronautica, ente nato poco più di cent’anni fa (fra i fondatori c’erano Guglielmo Marconi già premio Nobel, Vito Volterra che fonderà il Cnr qualche anno dopo, il generale Mori e Umberto Nobile), che associa circa 400 fra scienziati e imprenditori del settore, e che sta riprendendo grande vigore da quando, nel 2017, ne è diventato presidente Erasmo Carrera, professore al Politecnico di Torino. “Noi soci ci siamo chiesti perché non tornare allo spirito dei fondatori, proponendoci maggiormente in ambito internazionale e provare a riportare in Italia i più importanti convegni aerospaziali”, spiega Carrera. Detto fatto: intanto è stata data una nuova visibilità alla storica rivista dell’associazione, “Aerotecnica, missili e spazio”, una delle più antiche al mondo del settore, oggi edita dal prestigioso Springer Nature. Fino ad arrivare, appunto, a ottenere la possibilità di ospitare in Italia i due prestigiosi momenti congressuali. Un riconoscimento che, ovviamente, arriva anche grazie al posizionamento del “sistema Italia” nel mondo aeronautico e astronuatico: anche se fra i due ambiti esistono alcune differenze significative. “Oggi lo spazio gode di un grande appeal - racconta il professore - Ci sono grandi aziende che investano ingenti capitali (basti pensare a Elon Musk o ad Amazon), c’è grande attenzione per la space economy, saranno realizzate nuove infrastrutture attorno alla terra, alla luna e sulla luna. L’Italia ha ruolo di primo livello nello spazio, grazie a Leonardo e all’Agenzia Spaziale Italiana, anche in termini di collaborazioni internazionali, in particolare con ESA e Stati Uniti in vari progetti. In Italia va poi segnalato il tema dei partenariati estesi - prima in capo al MUR, oggi ad ASI - per cui è in campo una proposta coordinata proprio dal Politecnico di Torino, e di cui sono il referente. Parliamo di 80 milioni di progetti in cui saranno coinvolti per la prima volta tutti gli attori del campo spaziale del nostro Paese (industria, piccola e grande, accademia ed enti di ricerca pubblici e privati) e che toccherà tutti i temi principali: osservazione, difesa e monitoraggio della Terra dallo spazio, le future spedizioni robotiche e umane verso la Luna e Marte ”. Se l’aerospazio è settore in grande espansione, quello aeronautico è invece un contesto industriale già più maturo: “E non vive una fase di espansione a livello mondiale - commenta Carrera - In quest’ambito, l’Italia è particolarmente attiva nel comparto elicotteristico e dello sviluppo di aerei senza pilota, con un’importante attività di ricerca Pnrr coordinata dal Politecnico di Milano. Sull’aviazione civile purtroppo abbiamo un ruolo meno significativo: soffriamo il non essere parte di uno dei due maggiori gruppi mondiali, Boeing e Airbus, se non in maniera poco significativa. È questo un peccato, anche perché ci sono complessivamente poco meno di diecimila studenti di Laurea Triennale e Magistrale che studiano aerospazio in Italia e che spesso trovano lavoro all’estero”. Anche questi sono temi di cui si discuterà nei congressi del 2024, ‘Anno dell’Aerospazio Italiano’ per cui AIDAA sta lavorando già alacremente mettendo in pista una serie di iniziative i cui dettagli sono disponibili sul sito della Associazione www.aidaa.it. “A monte c’è un grande e continuo lavoro - chiude Carrera - Ci stiamo impegnando, assieme a Leonardo e ASI, perché gli eventi vengano vissuti al massimo livello e rappresentino una vetrina unica per mostrare al mondo intero la ricerca e i prodotti sviluppati in Italia. Ci aspettiamo che tutti contribuiscano affinché i congressi siano eventi di successo e di divulgazione e occasione di crescita ulteriore dell’aeronautica e astronautica in Italia”.