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L’Italia all’avanguardia nello spazio

Il Ddl sullo Spazio e sulla Space Economy è la prima legge quadro sul settore. Grazie agli investimenti, pari a circa 7,3 miliardi di euro fino al 2026, l’intera industria spaziale italiana è destinata a registrare una crescita significativa

Il Ddl sullo Spazio e sulla Space Economy, approvato di recente in Consiglio dei Ministri, pone l’Italia all’avanguardia tra i grandi player globali. È la prima legge quadro italiana sul settore, nata come collegato alla legge di bilancio, che interviene per colmare un vuoto normativo esistente in materia e anticipa il futuro regolamento europeo, aprendo ai privati l’accesso all’economia dello spazio. 

“È innegabile - spiega Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy - che gli operatori in questi ultimi anni stiano assumendo un ruolo crescente in uno scenario in grande evoluzione, che si sta concretizzando attraverso nuove sfide e programmi inerenti alla fornitura e all’uso dei servizi satellitari, allo sviluppo di stazioni commerciali in orbita bassa e alla produzione e messa in orbita di sistemi di logistica. Era necessario, quindi, normare la loro attività attraverso un sistema di regole e autorizzazioni e lo abbiamo fatto grazie a questo disegno di legge”. Tra le altre disposizioni, viene prevista l’elaborazione di un Piano Nazionale per l’Economia dello Spazio, con un orizzonte di almeno cinque anni, che include l’analisi, la valutazione e la quantificazione dei fabbisogni del comparto, per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e contributi privati. “L’economia dello Spazio - continua il ministro - rappresenta il futuro dell’industria e una delle principali traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale. Questa legge istituisce un Fondo per la Space Economy con carattere pluriennale, che mira a promuoverne le attività, favorendo la crescita del mercato di prodotti e servizi innovativi basati sull’uso di tecnologie spaziali e sull’utilizzo commerciale delle infrastrutture, comprese quelle realizzate nell’ambito del Pnrr e quelle a cui l’Italia partecipa in ambito di collaborazioni internazionali. Per agevolare l’accesso delle Pmi e delle start-up ai contratti pubblici, abbiamo previsto norme speciali in materia di appalti e per promuovere le attività e tecnologie aerospaziali”. L’Italia conferma così il proprio ruolo di primo piano nel comparto: nel dicembre 2022 il nostro Paese ha allocato 3,1 miliardi di euro alla riunione del Consiglio dell’Agenzia Spaziale Europea a livello ministeriale, ponendosi al secondo posto insieme alla Francia e solo dopo la Germania per quanto concerne i programmi obbligatori, e al primo posto per i programmi opzionali.
 
In aggiunta l’Italia ha stanziato 2,3 miliardi nel budget dell’Asi e avviato un processo di investimento per attuare i programmi spaziali previsti dal Pnnr. In totale, grazie agli investimenti, pari a circa 7,3 miliardi di euro previsti dall’Italia per i programmi spaziali fino al 2026, l’intera industria spaziale italiana è destinata a registrare una crescita significativa. Recentemente, inoltre, la Commissione Europea ha scelto il Centro Spaziale del Fucino come principale centro di controllo della nuova galassia di satelliti europei Iris 2: il che permetterà di rafforzare ancora di più la leadership di questa eccellenza italiana, che dal 2010 ospita già il centro di controllo di Galileo, il sistema di navigazione e localizzazione satellitare europeo. “Il Centro Spaziale del Fucino - chiude Urso - è già il più importante e significativo teleporto civile al mondo e verrà raddoppiato con investimenti superiori a 50 milioni di euro, grazie all’azione del governo nazionale e regionale e delle imprese. L’operazione avrà un impatto occupazionale pari a 200 addetti diretti e indiretti, ponendo l’Abruzzo al centro delle politiche spaziali europee. Iris 2 sarà la risposta europea alle costellazioni in bassa orbita, che stanno diventando il futuro delle telecomunicazioni. I tempi sono relativamente brevi, perché la Commissione Ue dovrebbe partire entro fine anno ad assegnare i primi contratti per questa costellazione di satelliti, cruciali per la sicurezza e la sovranità digitale del nostro continente”. 
 
 

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Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy

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